gennaio per te 2009

4 1 2009

Pietra Poesia e prurito al Piano


tutte le seguenti sculture sono di Alberto Biasi e sono collocate nel parco di Mattarello nel comune di Trento. 
Il teatro poetico di Rosa Yurcenko e Alberto Sighele le celebrerà in un prossimo spettacolo nel corso del 2009 con poesie di Sighele per ogni statua e musiche appositamente composte ed eseguite dal maestro Renzo Vigagni al piano. 
Rosa e Alberto accompagneranno gli spettatori di statua in statua fino al concerto finale di Renzo. 


simbolo ancestrale della fertilità
collisione di pianeti
yoga 2
corpi celesti in movimento
inquietudine
formazione della vita
capitello spaziale
nascita di un corpo celeste
mostro spaziale marino
toro
donna pensante
tensione
maternità
vanity

nascita vita morte
interiorità

contorsione
rilassamento
introspezione
potenza generatrice



 

 



la contorsione

la contorsione 
è la spirale del serpente che preserva la vita
è la saggezza della radice
la legittimità del percorso dell'acqua
del vento che trova vie d'uscita
la contorsione è le viscere e il cervello 
tenuti prigionieri 

la contorsione è sinuosa potente 
integra voluttuosa
fino alla fine








inquietudine


ho visto un abete
diritto come un raggio a picco
circonciso dalla sciabola del fulmine

ho visto un ascia lanciata in volo
incrinarsi e tranciarsi per sortilegio
contro un filo di lana

vedrò te vincere l'inquietudine
lo sgretolarsi dell'ansia 
la scissione del sé 

ti ho già vista nel futuro 
fonderti in una campana buddista
giuro con te vedrò la cosa mai vista

è la volontà divina che tiene compatta la pietra
è la volontà divina quella che la dissolve
 

introspezione

mi è caduto un occhio per strada
inavvertitamente l'ho calciato
è rotolato tre metri avanti
si è fermato 
voltato a guardarmi 
a chiedermi 
diretto nel naso come un pugno
perché non vuoi accettare un altro punto di vista?

deve qualcuno cavarti anche l'altro occhio
quanto a lungo dovrai rimanere 
al buio
per addomesticare 
il cavallo pazzo della tua ostinazione?

accetti amore al buio 
di girare completamente su te stesso/ su te stessa
una tre sette volte fino a perderti 
chiamare quella introspezione
e affidarti al primo raggio di sole che incontri?

 



formazione della vita

ha piantato le gambe nel fango fino alle cosce
il gigante dell'alfa e dal chakra del genere spinge
alza le braccia con la luna che misura la nascita
è culla al cielo dove la vita è pronta ad esplodere
l'omega nel sole della mente sorge e già cala
ritorna e tutto spiega

corpi celesti in movimento

qualsiasi movimento dei corpi celesti
è evoluzione nelle viscere nostre
macina sentimenti e ne graffia le proprie pareti

così quello che succede nello spazio fuori
è anche sempre al lavoro
dentro di noi

ed è eterno ritorno all'inizio
attrazione di anime curve
che si chiamano fino ad essere tonde

a ruotare perfette
reciprocamente sospese
con occhi gonfi sorpresi e teneri



mostro spaziale marino

sia dal mare sia dal cielo
dai due lati profondi di azzurro e di blu
non sei mostro sei tu donna il nostro sforzo
di nascere dal ventre riempito
dal taglio che viene da sotto
dal cuore gonfio che spinge
dagli occhi sbarrati che chiedono
dalle orecchie incavate che ascoltano
se ci sarà accoglienza alla vita
al tuo fiore che viene
da sotto da lontano da dentro

non un mostro dal mare
non uno strazio di stelle dallo spazio
questo è un dono di donna che gemma
e nello sforzo sì anche geme


il buco in te

il buco in te
è l'assenza mia

il vuoto crea un imbuto
vortice e gran richiamo

l'imbuto del cielo calamita
l'uccello migratore e tutto lo stormo

la canna del camino del vulcano
gran risucchio

vuoto dentro me

quando faccio il vuoto dentro me
e mi annodo il corpo attorno che
il buco nella mente non mi scappi

appari sempre tu amore a riempirlo
e non so come privarmi
di quel tuo primo pensiero

il vuoto in me è sentire
quanto mi manchi
e resistere fino alla fine

incrocio le gambe

il vuoto è essere pieno
di desiderio
e non saper chi sei

per correre da te
piantarmi come lancia
nel tuo bacino

incrocio le gambe
dispiego le ali
alle ginocchia della mente

creo un vuoto
nel mio centro
dove tu ti possa accovacciare

vanity

troppo bello troppo elegante 
troppo comodo troppo coerente
ha deciso tutto adulandoti
se il giudizio degli altri su di te
ti gonfia come una vescica
ma non ti lascia libero il cuore
sgusciavi fuori striscia anche
insinuati altrove cerca la tua testa
lascia il fantasma di pietra
tu sei nuovo serpente

vanity

per quanto sia magnifico 
funzionale persuasivo
riconosciuto seducente
il giudizio degli altri su di te
senza la tua testa
non hai né cuore né viscere
fossi anche la poltrona del potere
(te lo dice la pietra che pure
si lascia scolpire con qualsiasi idea altrui)
non sei niente

rilassamento

dopo aver sfidato il cielo la montagna
si abbandona da dentro al rilassamento
e vedi fuori pendii e crinali
curve di un gatto che dorme
ma è da dentro che il destino si compie
nell'eco con altri




contorsione

la contorsione 
è la spirale del serpente che preserva la vita
è la saggezza della radice
la legittimità del percorso dell'acqua
del vento che trova vie d'uscita
la contorsione è le viscere e il cervello 
tenuti prigionieri perché servono
la vita che si afferma nonostante tutto
l'amore che non accetta d'essere represso
la contorsione è sinuosa potente 
integra voluttuosa
fino alla fine








maternità

fin dalla sua nascita
ogni madre ha girato sulla giostra attorno al sole
germoglio foglia frutto attesa vedeva
poi ha portato l'orbita nell'utero
ed è stato gioia fatica frutto assenza
gioia fatica frutto sofferenza
sofferenza gioia fatica e frutto
e l'universo le ha detto che Dio è utero
e l'amore è madre 

inquietudine

ho visto un abete
diritto come un raggio a picco
circonciso dalla sciabola del fulmine

ho visto un ascia lanciata in volo
incrinarsi e tranciarsi per sortilegio
contro un filo di lana

vedrò te vincere l'inquietudine
lo sgretolarsi dell'ansia
la scissione del sé

ti ho già vista nel futuro
fonderti in una campana buddista
giuro con te vedrò la cosa mai vista

è la volontà divina che tiene compatta la pietra
è la volontà divina quella che la dissolve

capitello spaziale

il capitello spaziale è un segnalibro
un paracarro sul percorso
una pietra miliare che ci vuole spiegare

è nella curva della luna la gioia
nell'accogliere d'essere solo
riflesso di Dio il sole

e che comunque in amore
è sempre l'altro il sole


introspezione

mi è caduto un occhio per strada
inavvertitamente l'ho calciato
è rotolato tre metri avanti
si è fermato
voltato a guardarmi
a chiedermi
diretto nel naso come un pugno
perchè non vuoi accettare un altro punto di vista?

deve qualcuno cavarti anche l'altro occhio
quanto a lungo dovrai rimanere
al buio
per addomesticare
il cavallo pazzo della tua ostinazione?

accetti, amore, al buio
di girare completamente su te stesso/ su te stessa
una tre sette volte fino a perderti
chiamare quella introspezione
e affidarti al primo raggio di sole che incontri?

collisione di pianeti

una collisione di pianeti risponde all'energia
come una inflorescenza a scoppio ritardato
alla spinta della primavera
fin che l'ultimo fiorellino sia sbocciato

ed è vera una e l'altra come la Vita
che agisce dentro noi anche a nostra insaputa
e appena la sentiamo la ringraziamo
questa sconosciuta


nascita di un corpo celeste

non nasce da una costola
nasce da una coscia
la testa di un corpo celeste

dalla fatica di una natica
la testa di un bimbo
dal risvolto delle labbra

con una corona di stelle e luna
un bimbo è Re
alla luce


tensione

non voglio fratture, amore
nella continuità potente del tuo sforzo
una capriola non ti fa rinunciare a niente
sei integra nei tuoi ingranaggi e la tua tensione
hai incurvato il cielo hai dato a noi una volta
tu sola sai del rosso melograno


2° parte da stampare ancora 

yoga 2
il buco in me
è l'assenza tua

dall'orizzonte
lungo richiamo

quale contemplazione calamita
l'uccello migratore e tutto lo stormo

quale meditazione macina
dalla canna del vulcano il magma

yoga 2

il vuoto è essere pieno
di desiderio
e non saper chi sei

per correre da Te
piantarmi come lancia
nel tuo bacino

incrocio le gambe
dispiego le ali
alle ginocchia della mente

creo un vuoto
nel mio centro
dove Tu ti possa accovacciare

sull'incudine della contemplazione
sbriciolo
grumi di meditazione

nascita vita e morte

l'ancora sul fondo
che tiene in tensione le onde

l'aratro che non teme
il confronto con la terra

la nascita la vita e la morte
la curva dell'amore che accoglie
nel gomitolo del tempo
il suo frutto

e perde oltre nell'eterno
il confine tra i due lati
luce e ombra
àncora vomere solco e onda
interiorità

l'interiorità
è il vortice nella conchiglia che ti porta
dallo sconforto e l'abbandono
della battaglia in superficie
diretto nel pozzo
della sintesi dei sensi
che è l'ascolto

e penetrandovi gradualmente senti
sei l'orecchio di Dio
tu stessa conforto

simbolo ancestrale della fertilità

il simbolo ancestrale della fertilità sa
di essere il totem più amato che si alza
nelle circostanze più intime e solenni

dipende dalla naturalezza e dal desiderio
e allora si prende sul serio 
ce la mette tutta 
come se ogni volta fosse l'unica
secondo la legge del vuoto e del pieno
ha fiducia nel futuro e aspetta
un sole che sorge
un albero che non lacera
che si avvita nel cielo


potenza generatrice

la potenza generatrice 
non è in un posto qualsiasi 
è dentro di te
ma non è solo tua 
scaturisce da incontro
è seme o bomba
perciò cerca l'altro da te
o si esprime o esplode
prende a destra a sinistra e verso l'alto
è fioritura soffiata dalla primavera 
o incendio nella prateria portato dal vento 
che divora la sera
è fusione trasformazione e crescita
o deflagrazione di elementi originari
siamo io e te
alziamoci in un unica fiamma


gennaio per te 2009